L’Italia è uno dei paesi Europei più colpiti dal fenomeno dell’obesità infantile, tra i bambini che vanno dai 6 agli gli 11 anni è in sovrappeso 1 bambino su 4 (23,1%) mentre 1 su 10 (9,8%) è addirittura obeso.
L’obesità infantile rappresenta un fattore predittivo di obesità nell’età adulta, questo significa che un bambino obeso molto probabilmente diventerà un
adulto obeso, a meno che non si intervenga tempestivamente per cambiare la situazione, in quanto i principali determinanti dell’obesità dipendono da stili di vita e comportamenti che si instaurano nell’età evolutiva e che sono esclusivamente dettati nell’infanzia dai genitori.
Se un bambino è in sovrappeso, o peggio obeso, è colpa di chi gli sta intorno, lo nutre e lo cresce; da grande non farà altro che perseverare in uno stile di che gli è stato insegnato e che è molto difficile da combattere.
Generalmente bambini
grassi
hanno genitori grassi, bambini
inattivi
hanno genitori inattivi o troppo permissivi, che assecondano le voglie dei figli di giocare ai videogiochi, invece di fare sport o attività fisica di altro genere; questo implica che una
modifica dello stile di vita del bambino atta a combattere la sua condizione di sovrappeso e prevede inevitabilmente un cambiamento di
stile di vita dei genitori soprattutto dal punto di vista alimentare, perché non è pensabile che il bambino sia costretto a subire delle limitazioni rispetto alla sua precedente alimentazione mentre i genitori mangiano ciò che vogliono.
Personalmente ritengo che i bambini non vadano messi a dieta ma che debbano seguire solo alcune precise regole che non risultano assolutamente né proibitive né affamanti, a patto che, come già detto, ci sia la piena disponibilità dell’intera famiglia a cooperare.
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